Street art – Ortica (Milano)

Milano ha un quartiere speciale , museo a cielo aperto, dove la storia del novecento viene ricordata e raccontata sui muri con opere di street art : il quartiere ORTICA. 

Un tempo questo quartiere era ricoperto di orti ( da qui il nome) ed era popolato da ferrovieri perchè già dall’inizio del ‘900 era attraversato dal troncone ferroviario Milano-Treviglio. E’ un quartiere sui generis perchè qui sembra di essere in una borgata, fatta di case basse e non di grattacieli, botteghe, bar di paese e la famosa baleira. 
Diventa famoso perchè viene frequentato da artisti del calibro di Jannacci che proprio qui esercita come medico di base.

La sua trasformazione “di facciata” inizia nel 2017 quando nasce il progetto “Or.Me. Ortica Memoria” che ha trasformato e continua a farlo  sta trasformando l’intero quartiere in un vero e proprio museo a cielo aperto. In realtà tutto era già cominciato un paio di anni prima nel 2015, nel 70° anniversario della Liberazione, quando, grazie all’iniziativa spontanea delle associazioni del quartiere, si è realizzato sul cavalcavia Buccari il primo murale: Le parole della Libertà.

E poi sono seguite le altre opere, che hanno visto la partecipazione attiva e spontanea di centinaia di giovani e di cittadini della zona.

Il tutto è coordinato dagli Orticanoodles, pseudonimo di duo di artisti italiani composto da Wally (di Carrara) e Alita (di Milano) che hanno messo la propria arte al servizio di un’impresa unica: realizzare venti opere di arte urbana tra le più grandi mai realizzate in Italia.


Le loro opere tappezzano tutta Milano e sono quasi sempre occasione di portare racconto e cultura agli occhi di tutti. La realizzazione delle loro opere è sempre corale e coinvolge abitanti del quartiere , studenti o altri volontari (sono arrivati a far lavorare contemporaneamente un centinaio di persone) secondo il concetto di arte condivisa e partecipata, non solo nella fruizione ma anche nella realizzazione. 

Anche la tecnica utilizzata in questo progetto ha radici nella storia del quartiere stesso. Qui infatti c’è la Chiesa intitolata ai Santi Faustino e Giovita di Cavriano, ribattezzata dai fedeli “Santuario della Madonna delle Grazie” e al suo interno gli affreschi rinascimentali sono realizzati con la tecnica dello spolvero che gli Orticanoodles hanno  deciso di utilizzare per il progetto Or.Me.

Con questa tecnica si disegna prima il disegno preparatorio dell’opera a grandezza naturale e poi si fanno dei fori che serviranno per tracciarlo sulla tela/muro.

Le opere di street art raccontano la storia del Novecento italiano da diversi punti di vista rappresentando momenti della storia o personaggi significativi. Come sempre la street art e il progetto di questo quartiere è tutt’altro che concluso quindi potreste trovare nuovi murales ad ogni visita 🙂

Qui trovate una mappa interattiva delle opere 

1.AGLI ORTI DELL’ORTICA

In questo murales si ricorda il passato agricolo del quartiere le cui terre erano rese fertili dal Lambro così come racconta il dipinto della chiesa del quartiere, il santuario della Madonna delle Grazie. La scelta dei papaveri rossi non è affatto casuale, infatti sono il fiore simbolo dei caduti delle 2 grandi guerre del novecento.

street art ortica milano
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3.IL DUOMO DELL’ORTICA

Cosa c’è di più iconico del Duomo di Milano? tutto il mondo lo riconosce e viene a Milano ad ammirarlo. E’ il primo murales di un progetto nel progetto che in questa via mira a realizzare altre parti del duomo e della Veneranda fabbrica, arricchendo la via di statue, vetrate, guglie. 
Qui è rappresentata la navata centrale in scala 1:2.

Di fronte è già stata dipinta la Madonnina  

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2.HUMAN, SULLE ORME DEI MIGRANTI

Siamo un popolo di migranti , ma spesso ce ne dimentichiamo. Così come ci dimentichiamo che c’è una sola razza: quella umana. Questo murales che occupa uno dei due sottopassi del quartiere Ortica ce lo ricorda, con semplicità e efficacia. 

“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.

Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.

Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.

I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali … si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.

Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa rima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione.”( OTTOBRE 1912: relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione al Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti.)

street art ortica milano
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4.DIALOGHI, RAP A MILANO

In via Corelli, sul muro che circonda l’ex fabbrica Richard Ginori c’è un omaggio agli artisti della scena rap e trap milanese di questi anni : Articolo 31, Club Dogo, Marracash, Ghali, Sfera Ebbasta, Emis Killa…

street art ortica milano
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5. ALLE DONNE CHE HANNO FATTO GRANDE IL 900

Sulla facciata dell’Istituto tecnico turistico e del Liceo Linguistico campeggiano i volti delle donne del novecento che ci hanno ispirato. Qui potete trovare tutti i loro nomi e le loro magnifiche storie. 

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6.AGLI ANTIFASCISTI E AI DEPORTATI

«Può anche bastare, sapete, che con calma cominciamo a guardare in noi e ad esprimere desideri. Come vorremmo vivere, domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!»

(Giacomo Ulivi, Lettera agli amici)

Così recita il murales dedicato  a tutti gli antifascisti perseguitati di ogni appartenenza ed ogni orientamento culturale, politico, sociale, religioso e di genere. La scelta è stata quella di rappresentare alcuni volti milanesi non troppo noti, qui tutti i loro nomi e le loro storie .

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7.ALLA LEGALITA’

Guardando il sottopasso che immette nel quartiere Ortica, da dentro il quartiere a sinistra si vedranno i volti della legalità dipinti di verse. Qui trovate tutti i nomi e le storie di questi uomini e donne coraggios*

street art ortica milano

8. ALLA MUSICA POPOLARE

Dall’altro lato , a destra, in rosso invece troviamo i protagonisti della musica milanese interpreti e autori: Ornella Vanoni, Janacci, Dario Fo, Ivan Della Mea, Giorgio Streheler, Gaber, Svampa…

Tutti nelle loro canzoni hanno cantato l’Ortica, e alcuni l’hanno vissuta, come Jannacci che abitava poco lontano e Dario Fo e Strehlher che dal Circolo culturale Cesare Pavese sono passati.street art ortica milano

9.ALLO SPORT

Sul muro del Piccolo Stadio Scarioni non poteva che trovarsi il murales dedicato allo sport con i volti di alcuni campioni che si sono distinti per il loro impegno civile. C’è anche un piccolo omaggio al quartiere : con Fausto Coppi ompare una bicicletta Bianchi, che nell’ultima parte della sua vita ha vissuto nel quartiere Ortica.

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10.LE DUE GUERRE DEGLI ALPINI

In uno dei sottopassi del quartiere sono evocate le due grandi guerre del novecento dal punto di vista italiano, con protagonisti gli alpini. “Non per celebrare la guerra e nemmeno per chi l’ha voluta, ma per ricordare e tenere viva la memoria di chi la guerra l’ha dovuta fare.”

Sul sito del progetto Or.Me. potete trovare un approfondimento interessante sui protagonisti e la storia di questo murale.

11.AL LAVORO E AL MOVIMENTO DEI LAVORATORI

In questo murale che rappresenta le donne lavoratrici e le manifestazioni di tutti i lavoratori milanesi per i diritti di tutti i lavoratori. In questo Milano fu pioniera, infatti nel 1891 nasceva qui la più antica Camera del Lavoro d’italia con lo scopo di combattere lo sfruttamento e la disoccupazione e nel 1906 veniva fondato il primo sindacato generale.

Ci sono i simboli delle aziende del quartiere (Ginori, Lambretta, le Tre Marie…) . Ritratta in quest’opera c’è anche Teresa Noce, un simbolo di tutti i valori del movimento dei lavoratori: “Fu una partigiana, una madre costituente, una sindacalista – segretaria generale dei tessili – e la parlamentare a cui dobbiamo la legge sulla maternità”.

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12. AL MOVIMENTO COOPERATIVO MILANESE

Sulla parete della sede della Cooperativa Edificatrice Ortica, nata nel 1953 in via San Faustino 5, il collettivo Orticanoodles ha dato vita alla prima opera del progetto: il murale della cooperazione.

Il dipinto si ispira a una foto storica (datata 1914) che ritrae i soci della Sezione di Cinisello della Società di Miglioramento e Resistenza tra i Lavoranti Muratori di Milano, cooperativa di costruzioni nata nel 1887 con scopo sia mutualistico che sindacale. Nella foto, così come nel murale, l’identità socio-culturale della cooperativa è resa dai due quadri che rappresentano Gesù Cristo e Carlo Marx.

I volti – seri, orgogliosi e solenni – dei pionieri cooperatori lombardi sostengono con forza il messaggio del movimento cooperativo, ispirato al pensiero del socialista Robert Owen,: “La cooperazione di tutti per il bene di ognuno”, scritto in alto come incipit del murale.

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13.ALLE ARTI

Sul lato dell’edificio anni 30 Cinema Teatro Martinitt si è deciso di omaggiare le arti . Persone che si sono distinte nel loro impegno negli ambiti più diversi. Dall’attivismo al giornalismo, passando per fumetti, arte, cinema, teatro. Ma anche architettura e design, musica, danza e letteratura. Gino Strada, Greta Thumberg, Giovanna Botteri, Bebe Vio, Zerocalcare, Gabriele Basilico, Ezio Bosso, Gianni Rodari, Gae Aulenti, Bruno Munari, Roberto Bolle, Federico Fellini ed Eduardo De Filippo: saranno i volti dell’arena del Martinitt.

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14.ALLA REPUBBLICA

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ALTRO sulla STREET ART di MILANO 

Qui trovate il post alla più bella street art di Milano, con foto e mappa per andare a caccia di muri.
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