BE BASQUIAT – Mostra personale di Jean- Michel Basquiat al chiostro del Bramante a Roma

Fantastica! Ho amato scoprire questo artista newyorkese in una location così.


Il Chiostro del Bramante è uno straordinario esempio di architettura rinascimentale. È opera di Donato Bramante (1444-1515) che, trasferitosi da Milano a Roma dopo la caduta di Ludovico il Moro, diventerà qui primo architetto di Papa Giulio II e sarà grande rivale di Michelangelo. Fa parte del complesso che comprende anche l’attigua Chiesa di Santa Maria della Pace in cui si trovano le famose Sibille di Raffaello.

Ho apprezzato molto l’allestimento e come il percorso si è snodato nei piccoli e contorti spazi della struttura rinascimentale. Ho visitato la mostra con minime, Martina , 9 anni usando l’audioguida dedicata ai bambini. Non si è persa una parola. Ha ascoltato affascinata la storia di questo discusso arista e delle corone contenute nelle sue opere perdendosi nei suoi colori e nel caos dei suoi disegni a tratti “infantili”.

Da questo percorso espositivo sono uscita con due pensieri.
Il primo il dispiacere che uno spazio così non sia più vicino a Varese, perché andrei a vedere tutte le mostre che propone.

Il secondo invece la voglia di approfondire le mie conoscenze su questo giovane scomparso artista.

La mostra

Circa 100 i lavori esposti, tra olii, acrilici, disegni, alcune importanti collaborazioni con Andy Warhol, serigrafie e ceramiche, opere realizzate tra il 1981 e il 1987 tra le più rappresentative della sua produzione, tutte provenienti dalla Mugrabi Collection, una delle raccolte di arte contemporanea più vaste al mondo. Un arco di tempo in cui si dipana quasi tutta la turbolenta e sofferta parabola artistica ed esistenziale del pittore americano, diventando presto uno degli artisti più popolari dei nostri tempi.

A quasi trent’anni dalla morte avvenuta nell’agosto del 1988, i suoi lavori e il suo linguaggio continuano ancora oggi ad affascinare il pubblico di tutto il mondo.

“Papà un giorno diventerò molto, molto famoso”.

Jean-Michel Basquiat aveva questa urgenza, l’urgenza del segno, del gesto, del colore, l’insopprimibile necessità di disegnare, di essere artista.  E proprio i muri di New York saranno, all’inizio della sua carriera, le tele su cui inciderà i tratti distintivi e indelebili della sua arte, pareti sapientemente scelte in prossimità delle gallerie più rinomate.

Jean-Michel Basquiat nasce a Brooklyn il 22 dicembre del 1960. Basquiat inizia a manifestare interesse per il disegno fin da quattro anni, ispirato dai cartoni animati televisivi. Un amore per l’arte trasmessogli dalla madre, la quale lo accompagna spesso al Brooklyn Museum, al Metropolitan Museum ed al Museum of Modern Art di New York.

Nel 1968 viene investito da un’autovettura e gravi lesioni interne obbligano i medici all’asportazione della milza. Durante il mese di degenza al King’s County, la madre gli regala il testo di anatomia Gray’s Anatomy di Henry Gray, che lo influenzerà molto: nelle sue opere riporterà poi molti elementi anatomici

Apparso con lo pseudonimo di SAMO, Basquiat comincia proprio con il graffitismo che abbandonerà ben presto diventando, a soli 20 anni, una delle stelle nascenti più celebri e celebrate nel mondo dell’arte.

“Io non penso all’arte quando lavoro. Io tento di pensare alla vita.”

Le sue opere attingono alle più disparate fonti, i suoi mezzi espressivi creano un linguaggio artistico originale e incisivo, che punta ad una critica durissima alle strutture del potere e al razzismo. Orgoglioso delle sue origini afro-americane, Basquiat infonde nelle sue opere quel carattere drammatico, quell’energia e quella determinazione di denuncia sociale, che aprirà una strada alle future generazioni di artisti neri.

La sua produzione sintetizza astrattismo e figurativismo neoespressionista, la sua febbrile e incessante ricerca produce opere dal tratto talvolta viscerale, materico, tribale. Utilizza la pittura, ma soprattutto la scrittura, una presenza costante nelle sue opere, che spesso ne costituisce il tessuto. Basquiat ha usato e trasformato la parole in contesto come segni grafici e significanti. Come versi che risuonano al ritmo del suo battito interiore.

“La parola ispira le mie immagini, ma poi ne cancello le lettere.”

Sue muse ispiratrici erano la musica – che non abbandonerà mai e che sarà sempre presente nei suoi dipinti – e ancora l’arte greca, romana, africana. Tra i suoi amici vi erano Andy Warhol con cui aveva una straordinaria e particolare intesa intellettuale, John Lurie,Arto Lindsay, Keith Haring e Madonna.

Anche se l’attività artistica di Jean-Michel Basquiat prende forma nell’arco di una sola decade. In questo breve periodo la sua febbrile attività lo ha portato a produrre un vasto corpus di opere caratterizzate da un segno e uno spirito che lo hanno reso uno dei grandi testimoni della sua epoca.

Nel 1983 Jean-Michel Basquiat raggiunge quello che pochi anni prima poteva considerare solo un sogno: collaborare con il grande Andy Warhol. I due cominceranno a frequentarsi assiduamente tanto che il re della pop art affitterà anche uno dei suoi loft al giovane talento.

Il loro rapporto professionale è però spesso burrascoso, soprattutto a causa della dipendenza di Basquiat dall’eroina. Warhol avrà anche da lamentarsi per i mancati pagamenti dell’affitto da parte di Jean-Michel. I due si separeranno definitivamente nel 1985.

Jean -Michel Basquiat ed Andy Warhol fotografati a New York nel 1985
Jean -Michel Basquiat ed Andy Warhol fotografati a New York nel 1985

Quando Warhol muore nel febbraio del 1987, a Basquiat, ormai consumato dall’eroina, viene chiesto di non partecipare ai funerali.

Qualche mese dopo, nell’agosto del 1988, la sua ragazza lo troverà riverso sul pavimento, in overdose. Morirà poche ore dopo, a ventisette anni. Pare che il suo loft sia ora in affitto su Airbnb, a 650 dollari per notte.

 

Qui una lettura interessante della mostra di Basquiat.

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